16/08/11

C'era una volta il calcio

Da una schiavitù all'altra. Prima di Jean-Marc Bosman i giocatori, e in molti casi ciò era assolutamente vero, si sentivano schiavi delle società. Il loro futuro era quasi completamente in mano alla società di appartenenza, la loro voce, il loro volere, le loro scelte potevano sì contare qualcosa ma solo nel caso in cui le dirigenze fossero state "amiche" e accondicendenti.
Ora i calciatori sono passati dall'essere gli schiavi delle società ad esser gli schiavi del vil denaro, in molti casi antropoformizzato sotto le sembianze di quella che è una delle figure rovina-calcio principali, quella del procuratore. Si va da una squadra all'altra, anche ogni 6 mesi. Non interessa più far carriera, non interessa più il prestigio della squadra in cui si gioca, non interessa più farsi valere sul campo per esser confermati, non c'è più l'amore per i colori cui si gioca. Interessa soltanto dove prendere più soldi, dove strappare il miglior ingaggio anche a scapito del non giocar mai. Molti giocatori rimangono addirittura bloccati da questa loro avidità. Raggiungono (sempre grazie ai viscidi procuratori) un tale ingaggio che poi, qualora i loro risultati nel campo siano disastrosi e le società volessero disfarsene, comunque nessuno può comprarli perchè non in grado di pagare l'ingaggio.
Ci avete fatto caso che ormai il calcio-mercato ha perso ogni sua sfaccettatura tecnica? Si parla solo di ingaggi, prezzo d'acquisto, diritto di riscatto, spalmatura etc... . Anche il più brocco alla fine rimane imprigionato nella prigione dorata che si era costruito, anche il più giovane per avidità si disinteressa di farsi le ossa ma cerca soldi. Campionati senza alcun senso come quello arabo e russo attirano i mercenari del 2000, i calciatori. Una volta si voleva giocare al Milan, alla Juve, al Barca. Si voleva lottare per la Champions e si sputava sangue per esser confermati, non come ora che tanto i procuratori se va male da una parte ti infilano in qualche altra trattativa (che di tecnico ha solo la burocrazia). Ora capita che giocatori che hanno inseguito per anni una propria identità, vissuto odissee private e finalmente arrivati col sacrificio alla maturazione, vedi Jimenez, si tuffino a 27 anni dagli emiri. O che fenomeni mondiali tra i più forti del proprio ruolo se ne freghino di tutto per andare a vivere in case da 900 metri quadrati e prendere 20 milioni d'euro all'anno, cifre che bandiere e assoluti campioni del passato non hanno visto nell'intera carriera.
Giocatori intelligenti, bandiere non solo del proprio paese ma di un Continente intero.
E allora vai Eto'o, togliti dalle balle. Come detto ti credevo intelligente e forse, visti i soldi che prenderai, lo credo ancora.
ANZHI, no.

1 commento:

  1. con venti milioni di euro può sicuramente comprere molte più banane...

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